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mercoledì 09 luglio 2008
Per Ornella
Ora
che Ornella se ne è andata, volando via senza rumore come una delle
farfalle che amava, mi rendo conto di non ricordarmi di quando ci siamo
conosciuti. Mi ricordo le sue sigarette assassine, il suo triste e
radioso sorriso, ma non mi ricordo il come e il dove di quella che
sarebbe diventata quasi subito un'amicizia senza perché.
Ornella
era per me un mistero francescano di innocenza e pudore fuori dal
tempo, che ha portato fino al suo doloroso letto d'ospedale, un'anima
gentile che nascondeva con gratitudine dolorosa la fortuna radiosa di
un grande amore purtroppo perduto e mantenuto con una fedeltà
incrollabile alla vita.
Era uno scoglio tenero e forte nel
mare in tempesta di una vita difficile che, come per un miracolo, non
gli ha mai fatto perdere l'incanto per il mondo, lo sbalordimento per
le sue trame sottili, per gli animali più piccoli che stregava con la
sua pazienza da maga silvestre e che correvano o volavano a mettersi in
fila, per scoprirsi e farsi scoprire dal suo sguardo paziente da
esploratrice di minuzie.
Ora che Ornella se ne è andata mi rendo
conto di non averci mai mangiato insieme un boccone cameratesco, di non
essere mai entrato nella sua casa spersa nel bosco, di non aver
conosciuto i suoi gatti tirannici e i suoi ricci malandrini, né di aver
visto strisciare il biacco che faceva visita al suo tetto e al suo
giardino.
E' rimasto tra noi, così intimamente solidali e amici,
così disarmatamente fiduciosi l'una nell'altro, come un sottile
paravento, come se le nostre vite avessero bisogno dell'ultimo canneto
di mistero domestico da non condividere, di un'unica porta da non
aprire per non svelarci completamente.
Di Ornella, che amava la
verità della vita, ricordo la candida indignazione per il cinismo e la
menzogna politica, il dolore per l'ignoranza esibita, per l'insulto
gratuito, per lo spreco di bellezza che troppi fanno nella nostra
isola, il suo correre sempre in aiuto a chi, come me, ha fatto il callo
agli insulti con l'ardore di chi invece, al contrario, è pronta ad
accettare tutto per sé.
Se c'è una cosa che non si può
perdonare agli stupidi è quella di aver sminuito, anche per una sola
volta, la passione, il lavoro e le scoperte di Ornella.
Ora
che Ornella se ne è andata, ci mancherà la sua inflessibile onestà
quotidiana, il suo stupore per la vita, il suo vigile silenzio, il suo
esserci sempre e discretamente, senza sgomitare, senza chiedere,
stupefatta dell'interesse degli altri, felicemente stupita quando una
sua bellissima e rara foto finiva su un prestigioso giornale o su un
sito super specializzato di entomologia o ornitologia.
Ornella,
discreta e inflessibile nella sua modestia, ci ha aiutato a capire la
bellezza più segreta della nostra isola che aveva adottato nel suo
cuore gitano fino a farne il suo stupefacente regno di misteri e
stupori che ha attraversare con passo leggero, lasciandoci la fortuna
di aver conosciuto qualche frammento della vita appartata di questo
splendente essere umano, cosi fragile da non far paura alle creature
del mondo e così forte da non aver paura di vipere e scorpioni.
Ma
il regalo più grande, il battito d'ali più raro dell'ultima farfalla
notturna, Il coleottero di smeraldo più introvabile che porterò nel mio
cuore, è l'ultimo gioioso e soffrente sorriso che Ornella mi ha
regalato ieri, sussurrando per l'ultima vota il mio nome.
Grazie per averti incontrato in questo morso di mondo e di tempo
Umberto (foto di Ornella Casnati)
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